A partire dal 2004 il regista russo Gennadi Bogdanov ha lavorato in Italia al fine di formare un gruppo di giovani che riuscissero a far propria la Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d, a viverla, a darle corpo e voce. Il Centro di Ricerca per il Teatro ne ha condiviso l’idea e ha prodotto George Dandin o il marito raggirato di Molière in scena al Teatro Mengoni di Magione venerdì 12 marzo, alle 21.
Diretti da Bogdanov per l’occasione, Claudio Massimo Paternò, Giulia Zeetti, Riccardo Bono, Nicol Martini, Francescopaolo Isidoro, Valeria Marri, Francesco Casareale, Ignazio de Ruvo.
George Dandin è un contadino arricchito, tutt’altro che stupido e ingenuo, che sposa Angelica, figlia dei baroni di Sotenville; con i soldi del genero essi riescono a ripianare le loro finanze. La giovane Angelica, tuttavia, non si rassegna al proprio ruolo di “felice consorte” e fa di tutto per evadere da un rapporto costruito sull’interesse più che sui sentimenti. Questa situazione non sfugge neanche a Dandin che scopre che la moglie accetta le avances del giovane visconte Clitandro. Non potendo ripudiarla direttamente Dandin coinvolge i genitori di lei: la buona fede del protagonista e le sue azioni volte a smascherare le scappatelle della moglie si scontrano però con l’astuzia della stessa, sempre pronta a girare la situazione a proprio favore. Nel culmine dell’azione sarà la stessa Angelica a chiedere la separazione, ma sarà costretta a piegarsi al volere dei genitori. Il risultato è la sconfitta di entrambi i protagonisti. Lei dovrà rinunciare alle proprie pretese e vivere la vita convenzionale di un matrimonio senza amore; lui accettare le scappatelle della moglie e le convenzioni sociali che decretano il successo di chi può decidere sul diritto e sui valori morali. “Mettere in scena George Dandin o il marito raggirato mi ha suggerito – dice Bogdanov - di lavorare non solo sulla comicità di situazione ma di creare un vero e proprio spettacolo-metafora sulla società. Astratta da ogni riferimento storico, la messinscena cerca di valorizzare il contenuto morale della commedia di Molière. Alla base c’è lo scontro tra individuo e società, tra nuovo e vecchio, tra valori e convenzioni. Il vero protagonista, quindi, è la società, resa scenicamente da una piramide bianca (che racchiude in sé tutti i colori) che nell’economia della messinscena è la casa di George Dandin davanti alla quale si svolge tutta l’azione scenica. Essa è incombente, fredda, piena di spigoli, si muove, si apre, muta secondo i contesti, su di essa tutti i personaggi, ingigantiti da costumi che ne fanno risaltare il carattere, si muovono con le loro caratteristiche”.